Perquisito dagli inquirenti il quartier generale di Wolfsburg e altre sedi della Volkswagen in Germania: è con la notizia resa nota dalla Procura di Braunschweig che lo scandalo emissioni rimane un tema caldo in Europa come negli Stati Uniti.
La polizia tedesca ha condotto una serie di perquisizioni nel quartier generale della Vw ed in altri uffici della società nell’ambito dell’inchiesta sulle centraline truccate. “Oggi, nell’ambito del cosiddetto scadalo delle emissioni, sono state effettuate delle perquisizioni alla Volkswagen di Wolfsburg ed in altri luoghi” hanno annunciato i magistrati della procura della bassa sassonia in un comunicato. Dal canto suo, la casa ha fatto sapere di aver consegnato la raccolta “completa” di documenti richiesti dagli inquirenti.
Quelli del Vecchio continente, come detto, non sono gli unici sviluppi: il numero uno di Volkswagen negli Usa, Michael Horn, sapeva già dei problemi legati alle emissioni nella primavera del 2014. Secondo quanto riporta il New York Times, Horn a quel tempo era stato informato di “una possibile non conformità delle emissioni”, ma gli era stato detto anche che gli ingegneri della società avrebbero lavorato con l’Environmental Protection Agency per risolvere il problema. Sempre nel 2014 – scrive ancora il Nyt – gli fu detto che i team tecnici di Volkswagen avevano un piano specifico per rendere i veicoli conformi.
“Voglio essere molto chiaro su questo: non mi è stato detto, nè avevo motivo di sospettare, che sui nostri veicoli era stato montato un dispositivo del genere”, ha detto invece il manager rispondendo alle domande della sottocommissione di inchiesta della Commissione energia e commercio della camera americana. Così ha chiarito quanto riportato durante la sua stessa dichiarazione iniziale, quando aveva spiegato che “nella primavera 2014 sono stato informato che ci poteva essere una non conformità sulle emissioni, a cui si poteva porre rimedio”.