Cassa integrazione, a rotazione, per duecento addetti. Nestlè ha questo in mente per i sindacati che hanno chiesto lumi circa la Cig per 867 dipendenti a tempo pieno su mille (compresi gli stagionali) in Perugina. Dipendenti che sono in sciopero, dopo aver annunciato un pacchetto di agitazione per otto ore. Nestlè ha spiegato che il ricorso alla Cig è stato proposto al fine di far fronte al calo della produzione, come già successo in passato. L’azienda ha poi aggiunto di essere disponibile a dialogare con i sindacati. Questi ultimi hanno proposto il ricorso ai contratti di solidarietà al posto della Cig. Nestlè ha ricordato che lo stabilimento Perugina di San Sisto si muove in una cornice di business caratterizzata da un gettito stagionale dei consumi. Una ‘stagionalità‘ che negli ultimi anni è andata sempre più accentuandosi. Secondo Nestlè ciò implica che la produzione sia realizzata nel corso del periodo di punta dei consumi, spingendo di conseguenza verso una sempre maggiore stagionalizzazione e concentrazione delle produzioni in determinati momenti dell’anno, con un conseguente periodo di non stagionalità e di forte ribasso della produzione a partire da marzo.I sindacati sono preoccupati dunque soprattutto in merito al futuro della fabbrica di San Sisto e al suo ruolo all’interno del sistema produttivo Nestlè.
Questo il loro pensiero:
Responsabilmente, i sindacati hanno indicato strade alternative, come i contratti di solidarietà, e soprattutto chiedono che si parli di un piano industriale e di investimenti che rilancino la produzione. Sono posizioni ferme ma costruttive, in linea, del resto, con la storia sindacale della fabbrica. L’azienda ne tenga conto, perché l’obiettivo è prima di tutto tutelare il lavoro, ma in un contesto di sviluppo di un marchio che resta un simbolo forte del made in Italy, e che per Perugia rappresenta un pezzo importantissimo di storia, non solo industriale.