Il prezzo del petrolio, in genere, subisce delle oscillazioni sulla base della disponibilità dei paesi che sono i maggiori produttori di oro nero, a venderlo ai loro partner commerciali e prezzi accessibili. Insomma, la disponibilità di petrolio garantisce prezzi contenuti dei barili.
L’indisponibilità del materiale spesso si lega all’instabilità politica di un territorio particolare e si va sempre alla ricerca di nuovi paesi, democraticamente solidi, che possano garantire approvvigionamento energetico a tutti. Nel settore petrolifero le novità riguardano soprattutto gli Stati Uniti e si tratta di notizie positive.
Gli USA, infatti, potrebbero diventare, secondo l’AIE, i prossimi maggiori produttori di gas, soprattutto se le tensioni in Medio Oriente non accennano a diminuire. Su Fool, invece si parla in particolar modo del petrolio e si fa riferimento a tre elementi di tensione.
Il primo è la tensione in Medio Oriente che mette sempre in forse l’erogazione di un certo quantitativo di petrolio. Poi c’è da aggiungere alle cause di tensione anche la nuova era di nazionalizzazione energetica portata avanti dal governo di Chavez.
Infine s’inizia a fare i conti anche con la Russia che oggi è il maggiore produttore mondiale di petrolio con 10 milioni di barili. Purtroppo l’estrazione del petrolio avviene in regioni come la Siberia in cui le condizioni dei lavoratori sono durissime e in cui la pressione esterna non si allenta mai.