Per Peugeot-Citroen (PSA) è pronta una vera e propria rivoluzione, sia sul piano economico che (soprattutto) sul piano culturale. Il primo costruttore automobilistico della Francia ha inaugurato una nuova fase alquanto significativa della sua storia bicentanaria, successivamente all’ingresso nel capitale dello Stato francese e del gruppo cinese Dongfeng.
Una decisione storica, che dunque ha posto fine al controllo che la famiglia Peugeot esercitava da oltre due secoli sull’azienda, creata con la produzione di utensili. Duramente colpita dalla crisi, la dirigenza di PSA ha dato oggi il proprio via libera a un aumento di capitale di almeno 3 miliardi di euro. Tra l’altro, il piano contempla l’ingresso dello Stato e del costruttore cinese con un’erogazione di liquidità di 800 milioni di euro ciascuno, che acquisiranno rispettivamente il 14% del gruppo.
La famiglia, la cui quota è attualmente al 25,4%, vedrà diminuire la sua partecipazione allo stesso livello dei due nuovi partner. Inizialmente divisa, la dinastia Peugeot sembra dunque essersi rassegnata a perdere il controllo di PSA. Ma anche il doppio diritto di voto, che oggi le assicurava il 38,1% dei suffragi. A corto di liquidità da due anni, il gruppo era disperatamente alla ricerca di un partner industriale.
Considerato come ‘troppo francese’, il gruppo di Montbéliard spera ora di rilanciarsi partendo alla conquista dell’Asia.L’ingresso dello Stato nel capitale del gruppo francese PSA, insieme ai cinesi di Dongfeng, è il primo passo per aprire il capitale ai due nuovi azionisti.
Prima di farlo PSA aveva già preso tutta una serie di misure per ridurre i costi e migliorare la reddittività dei suoi stabilimenti. La misura più emblematica venne rappresentata dalla chiusura della fabbrica di Aulnay-sous-Bois, nella regione di Parigi, ma anche dal taglio di oltre 11.200 posti di lavoro in Francia. Dopo il fallimento delle trattative su un possibile partenariato con General Motors, PSA conta ora su Dongfeng per accelerare la sua internazionalizzazione.