La crisi c’è. Prosegue, persiste. Ma non coinvolge tutti. Per qualcuno ad esempio il 2015 è stata un’annata ottima. No si parla in questa sede di vini, bensì di fatturato e utili delle principali società italiane quotate, i titoli inclusi nel basket delle 40 blue chips di Piazza Affari.
In realtà sono 37, in quanto dall’elenco è opportuno togliere Eni, Saipem e Tenaris, ovvero le tre società legate al prezzo del petrolio: contro una caduta delle quotazioni del barile pari al 50% (da 60 dollari a 30 la qualità Wti, da inizio a fine anno) non c’è stato niente da fare e i numeri di bilancio lo dimostrano impietosamente.
Ma come spesso accade nelle analisi statistiche, i picchi negativi legati a fattori contingenti si tolgono e così ha fatto il Nomisma, nel suo studio sulle società del Ftse Mib. Arrivando appunto alla considerazione che la crisi, almeno per i bilanci delle big quotate, è dietro le spalle. Sempre al netto delle tre petrolifere, il fatturato aggregato è cresciuto infatti del 4%, piazzandosi a quota 520,9 miliardi. La “prima della classe” è Yoox (+31%) ma non è la sola a far registrare una crescita del giro d’affari superiore al 25%.
Molto bene anche gli utili: più 10,6%, per un totale di 10,5 miliardi di utili. Poco in confronto ai 53,5 delle big quotate in Francia, come evidenzia il Nomisma, ma tutto sommato abbastanza, se si pensa che gli utili complessivi delle società finanziarie (banche e assicurazioni) sono stati funzionali a bilanciare le perdite del settore oil. Altrettanto positivo è stato poi l’andamento dell’Ebitda, in crescita del 9,1% al netto del risultato delle società dell’oil (-36,4%) e, ancora una volta, in pole position troviamo Yoox.