Il 2014 sarà foriero di una crescita dello 0,8% per l’Italia. Lo affermano gli economisti del Centro europa ricerche (Cer), secondo i quali la crescita sarà dell’1,1% nel 2015 e dell’1,2% nel 2016. Saranno questi i risultati prodotti da consumi e investimenti e dall’aumento dell’export, aumento pari al 3,2%.
Il Cer ha commentato anche le stime preliminari Istat. C’è un velo di preoccupazione per ciò che concerne la ripresa economica, la quale rimane più lenta di quanto indicato nei documenti programmatici. Questo il succo del rapporto del Centro, in via di ‘pubblicazione’.
Le ripercussioni sono inevitabili sulla tenuta dei saldi di finanza pubblica, che contempla per l’anno in corso un indebitamento pari al 2,9% (a fronte di un obiettivo programmatico pari al 2,5% del Pil per il 2014 da parte del Governo).
Per l’anno prossimo il deficit dovrebbe scendere al 2,4% invece che all’1,6% indicato nelle previsioni.
Il Cer parla dunque di una crescita pari allo 0,8%. La Banca di Italia ha appena rilasciato una stima di crescita attorno ai tre quarti di punto percentuale per il 2014. Altri esperti, invece, vedono più pallida la ripresa.
Tra questi è da menzionare il Nomisma, il quale sottolinea che l’entrata nel 2014 è priva di spinta. La crescita è dunque tutta da costruire. Le tendenze lasciano presagire che si è più vicini a un ‘+0,5%’ rispetto al ‘+0,8%’.
C’è dunque bisogno di accelerare. Ripresa pallida anche per l’ufficio studi di Confcommercio, secondo il quale la flessione all’1,9% nel 2013 è un dato allarmante: peggiore delle valutazioni date dai principali centri di ricerca nel corso dei mesi scorsi.