Viaggia verso un deciso rialzo il Pil degli Stati Uniti, apparso in crescita tendenziale del 3,7% nel secondo trimestre a fronte del +2,3% della stima precedente.
Le attese degli analisti erano per una revisione al rialzo della crescita al 3,2%, sulla scia dei dati migliori delle attese su consumi e costruzioni. Anche le richieste di sussidi per la disoccupazione hanno segnato un andamento migliore delle aspettative, con un calo di 6mila unità nell’ultima settimana.
I dati arrivano dritti dritti al simposio di Jackson Hole, tradizionale appuntamento agostano dedicato ai banchieri centrali al via oggi. Nel Wyoming si radunano economisti, uomini d’affari e autorità economiche e monetarie. Il meeting, organizzato dalla Federal Reserve Bank di Kansas City, dovrebbe essere l’occasione per discutere le sfide dell’economia globale, tra cui il rallentamento nei Paesi emergenti con i recenti timori per la Cina. Ma non solo. Dal quadro che verrà delineato e dalle considerazioni di alcuni banchieri potrebbero giungere anche importanti suggerimenti sulle prossime mosse della Federal Reserve, sebbene tra i grandi assenti di questa edizione ci sia proprio il presidente della Fed, Janet Yellen. Gli occhi si poseranno dunque sul vice governatore Fed, Stanley Fischer, che prenderà parola sabato, ultimo giorno di lavoro a Jackson Hole.
In uno dei suoi ultimi interventi, Fischer richiamava alla prudenza, sostenendo che il rialzo dei tassi di interesse in America avverrà solo quando si assisterà a ulteriori miglioramenti dell’economia Usa e solo se un eventuale rallentamento della crescita estera non avrà impatti sulla ripresa d’Oltreoceano. Maggiore cautela è giunta ieri anche da William Dudley, presidente della Federal Reserve di New York Fed, secondo cui un rialzo dei tassi a settembre appare meno urgente rispetto a poche settimane fa. La prossima riunione del board della Fed, quella che fino a qualche settimana fa avrebbe dovuto sancire il primo incremento dei tassi dal 2006, è fissata per il 16-17 settembre.