La CNA, la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, ha promosso il Jobs Act varato dal Governo Renzi. Questa riforma del mercato del lavoro sembra molto appetitosa per le aziende che adesso avranno la possibilità di stabilizzare i lavoratori senza pagare costi aggiuntivi. È tutto qui?L’Italia ha bisogno di una prospettiva chiara, soprattutto sul fronte lavorativo: gli italiani vogliono sapere se nel 2015 ci saranno più o meno opportunità per giovani e lavoratori che hanno perso l’occupazione, per le donne e per tutti coloro che hanno intenzione di avviare un’attività professionale.
Secondo gli artigiani e le piccole imprese, il Jobs Act è da promuovere. L’indagine della CNA su 1630 imprese associate, ha detto che quasi tutti approvano la riforma del lavoro perché incentiva l’occupazione a tempo indeterminato senza aumentare i costi per le imprese che hanno meno di 16 dipendenti.
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Lo stesso contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, è considerato provvidenziale perché da un lato semplifica l’ordinamento attuale dei contratti lavorativi e dall’altro non riduce la flessibilità di cui il mondo del lavoro oggi ha molto bisogno. Un’impresa su cinque ritiene che ci saranno vantaggi in termini di flessibilità nella gestione dei rapporti di lavoro. La decontribuzione per le assunzioni con contratto a tempo indeterminato è valutata positivamente, il 49,5% degli intervistati, infatti, ritiene che l’esonero dal versamento dei contributi sposterà la convenienza tutta sul contratto a tempo indeterminato.
Non si capisce però come la contribuzione possa avere effetti positivi sull’aumento dell’occupazione. È per questo che le imprese si augurano di vedere anche la crescita economica del Paese. Con la riduzione dei contributi INPS è possibile che la domanda di lavoro aumenti ma non è certo che duri a lungo. Insomma ci sono le premesse per far bene ma sarà necessario un sforzo comune.