Con America e Canada chiusi per festività la giornata di ieri si è rivelata molto tranquilla dal punto di vista delle direzionalità dei movimenti e della volatilità, con l’arrivo dei primi grossi movimenti importanti durante la notte, dopo la decisione da parte della RBA di non modificare il costo del denaro (mantenuto al 2.50%).Acquisti degli indici asiatici e di dollaro hanno seguito i movimenti partiti di vendita di dollaro australiano, oggi dovremo prestare attenzione ai dati relativi all’inflazione inglese ed americana.
Nessuno, a dir la verità, si attendeva delle mosse da parte della RBA sui tassi di interesse e proprio per questo i movimenti forti cui abbiamo assistito ci hanno lievemente stupiti, ma essi stanno a significare che il mercato (e con esso gli investitori) ha voglia di tornare a muoversi ed è possibile, nel corso della prossime settimane, cominciare a rivedere alcuni momenti di alta volatilità che potrebbero cambiare gli ultimi mesi dell’anno in corso.
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La decisione della RBA, spiega Matteo Paganini di Dailyfx di per sé non molto importante in quanto le aspettative degli operatori non sono state disattese, ne è la prova. Con le dichiarazioni rilasciate all’interno dello statement accompagnatorio infatti, Glenn Stevens ha comunicato che il livello attuale del dollaro australiano risulta essere troppo alto per riuscire a sostenere la crescita economica dell’isola come si potrebbe, con la chiara indicazione, confermata ad analisti ed investitori, circa un periodo futuro di probabile mantenimento dei tassi ai livelli attuali, dato anche il prezzo delle materie prime che rimane in linea con i valori storici ma che sta risultando basso per alcuni fattori d’interesse per l’Australia.