Andrea Eusebio, che si occupa del mercato degli eurobond per Banca Akros, riassume gli enigmi che ci sono dopo l’annuncio di Draghi: «Ora c’è da capire la velocità di trasmissione delle misure all’economia, i reali effetti sulle imprese, sul mercato del lavoro, sull’inflazione».
Sicuramente a beneficiare di più delle misure di «Tltro» saranno le banche dei paesi periferici. Secondo Mediobanca Securities, fino a 200 miliardi di euro dei 400 annunciati nel piano giungeranno alle banche italiane e spagnole. L’intento della Bce è di legare questi prestiti al rilancio del credito a famiglie e imprese. Per vederne gli effetti sull’economia reale, sempre secondo Mediobanca Securities, bisognerà aspettare almeno tre o quattro mesi.
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Nessuno si aspetta risultati sull’economia reale dal taglio dei tassi, quindi l’attenzione per una ripresa del ciclo economico si convoglia sulle altre misure annunciate dalla Bce. «Se ragioniamo del fatto che siamo in una nuova era in cui la leva dei tassi si è esaurita, la Bce sta facendo tutto il possibile per rivitalizzare economia», dice Francesco Salvatori di Unicredit. «Hanno comunicato decisioni che vanno tutte nella stessa direzione in modo molto energico – aggiunge – più di così non si può fare».
Per vedere gli effetti sull’economia reale delle mosse della Bce bisogna partire un po’ più da lontano. Spiega Alberto Franzone, managing director di Alvarez & Marsal Italia: «Negli ultimi anni come ci ricordiamo tutti c’è stato un gran dibattito sul credit crunch». Le imprese dicevano che non c’era credito, e le banche rispondevano che non c’era domanda di prestiti. «In realtà avevano ragione entrambi», dice Franzone.