Oggi la banca centrale in Polonia taglierà i tassi? Il parere della maggioranza degli esperti è ‘No’.
Secondo gli analisti interpellati da Bloomberg, infatti, il governatore Marek Belka manterrà gli interessi stabili al 2%, il livello più basso di sempre. Eppure, l’economia polacca sta attraversando una fase di discesa dei prezzi, ridottisi dello 0,6% su base annua a novembre per il quinto mese di fila; si tratta della lettura più debole dall’inizio delle rilevazioni negli anni Ottanta.
Da ben ventidue mesi, l’inflazione nel paese è inferiore al range-obiettivo dell’istituto, pari all’1,5-3,5%, segno che i prezzi sono molto stabili e che la banca centrale è disposta a tollerare una fase più o meno lunga di crescita al di sotto del target.
D’altro canto, mentre nell’Eurozona si rilevano prezzi in calo, tuttavia accompagnati da una crescita asfittica, negativa in diversi paesi, qui l’economia prosegue la sua rotta con il vento in poppa e durante il terzo trimestre è cresciuta del 3,3%, il ritmo più alto in Europa, dopo l’Irlanda.
Sostengono gli analisti interpellati sull’argomento:
La deflazione polacca, quindi, non è conseguenza della debolezza della performance economica, bensì del calo dei prezzi del petrolio e dei generi alimentari, tanto che Belka assicura che si tratti di cause, che l’istituto ha sotto controllo. La banca centrale non sembra credere all’ipotesi che la Polonia rischi di importare la deflazione dall’Eurozona. D’altronde, nonostante l’euro sia precipitato del 15% contro il dollaro in appena 8 mesi, si è rafforzato del 3% contro lo zloty in un anno. E il dollaro si è rafforzato contro la valuta polacca del 16,6% nello stesso frangente. Il cambio, insomma, non favorirebbe la deflazione.