Dopo aver raccolto a dicembre cento milioni, Popolare Vicenza vuole procedere con un ulteriore aumento di capitale. La richiesta di Gianni Zonin ai soci è molto chiara: un altro miliardo per sconfiggere la crisi. Occorre infatti più patrimonio in vista del check up europeo e del riassetto del sistema creditizio. L’obiettivo di Popolare Vicenza per rimpolpare il capitale risponde al nome di Veneto Banca. Obiettivo che si traduce nella volontà di conferire al nord un polo creditizio autonomo e «rimediare» al passaggio di Antonveneta al Monte Paschi. Per Vicenza resta poi l’alternativa di annettere BancaEtruria, a cui ha già presentato una manifestazione di interesse.
L’aumento, disciplinato ieri dal consiglio d’amministrazione di Vicenza, consta di due fasi:- Durante la prima fase (introito di 700 milioni) che la cooperativa lancerà entro il mese di giugno, tutto sarà riservato ai suoi soci storici; – La seconda fase sarà riservata (con introito di 300 milioni) invece a nuovi investitori, a cui Popolare Vicenza concede un anno di tempo per farsi avanti.
L’aumento, disciplinato ieri dal consiglio d’amministrazione di Vicenza, consta di due fasi:- Durante la prima fase (introito di 700 milioni) che la cooperativa lancerà entro il mese di giugno, tutto sarà riservato ai suoi soci storici; – La seconda fase sarà riservata (con introito di 300 milioni) invece a nuovi investitori, a cui Popolare Vicenza concede un anno di tempo per farsi avanti.
Il denaro sarà impiegato sia per lo shopping sia per «rafforzare il patrimonio», ha confermato Zonin. L’operazione è una strategia per rafforzare l’istituto e portarlo a un livello di grande sicurezza. L’accelerazione rimane comunque impressionante se si considera che in agosto Bpvi aveva completato un’altra operazione, convertibile compreso, da 500 milioni.Dopo aver reso più consistente il proprio capitale, Popolare Vicenza darà la caccia a Veneto Banca o a Etruria anche se al momento nulla è stato organizzato. I numeri dell’eventuale annessione di Veneto Banca sono già sotto gli occhi di tutti. Secondo alcune stime sarebbero infatti almeno 200 gli sportelli da sacrificare perché ridondanti, con la conseguenza di un migliaio di dipendenti in eccesso.