Andrea Ducci sul Corriere della Sera spiega che la vendita dei porti turistici non sta riscuotendo il successo sperato per una serie di problemi legati alla burocrazia. Si tratta di un’operazione che interessa 2500 posti barca lungo le coste italiane. Il valore dell’operazione è di 50 milioni di euro. Il ministero dell’Economia, attraverso una sua società controllata che si chiama Invitalia, sta provando a vendere porti turistici italiani che si trovano a Capri (Campania), Costa Smeralda (Sardegna), Marina d’Arechi (Campania), Roccella Jonica (Calabria) e a Trieste (Friuli-Venezia Giulia). Ma la vendita, come accennato, non è proprio facile.
Così Ducci riassume la genesi di un progetto vecchio di 10 anni:
Esplora il significato del termine: Il progetto avviato una decina di anni fa, aveva preso il nome di «Italia Navigando», una società controllata proprio da Invitalia, e prevedeva un massiccio intervento pubblico per realizzare una rete di 50 porti turistici e la bellezza di 50 mila posti barca. Lo Stato si faceva, insomma, carico di sviluppare un maxipolo nautico da nord a sud dell’Italia. Con un particolare occhio di riguardo proprio per le aree del meridione.Il progetto avviato una decina di anni fa, aveva preso il nome di «Italia Navigando», una società controllata proprio da Invitalia, e prevedeva un massiccio intervento pubblico per realizzare una rete di 50 porti turistici e la bellezza di 50 mila posti barca. Lo Stato si faceva, insomma, carico di sviluppare un maxipolo nautico da nord a sud dell’Italia. Con un particolare occhio di riguardo proprio per le aree del meridione.
Il resto dell’articolo sul Corriere della Sera.
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