Adesso la situazione del Porto Rico è molto simile a quella della Grecia. In Europa, presso Atene, le ultime settimane sono state travagliate con il Paese che ha rischiato l’uscita dall’Euro, il non accesso al terzo piano di salvataggio e la dichiarazione di bancarotta.
Dal mare Egeo ai Caraibi la situazione non cambia di molto: il mancato rimborso di un bond da 58 milioni di euro ha fatto scattare il default del Paese controllato dagli Stati Uniti, a dimostrazione di come il piccolo Stato stenta a gestire un debito arrivato a pesare ben 72 miliardi di dollari. Il Commonwealth, infatti, ha versato circa 628.000 dollari dei 58 milioni di dollari che avrebbe dovuto pagare ai creditori con in mano titoli a debito emessi dalla public finance corporation.
Così, Porto Rico è in default.
La conferma è arrivata dalla Government development bank, il cui numero uno Melba Acosta Febo ha spiegato che quella di non onorare i propri impegni verso gli obbligazionisti “è stata una decisione che riflette le preoccupazioni serie sulla liquidità” del territorio Usa. Quella decisione è stata presa tenendo conto degli “obblighi verso i creditori e degli obblighi altrettanto importanti verso la popolazione di Porto Rico per garantire i servizi essenziali che si meritano”.
Il pagamento da 58 milioni di dollari era dovuto il primo agosto, ma siccome quella data non ha coinciso con un giorno lavorativo, la scadenza formale era scattata a ieri. Tecnicamente i bond in questione comportano meno protezioni di quelli normali, cosa che porta Porto Rico a sostenere che il mancato rimborso non significa una caduta in default.