Il più popolato dei social network, di scala mondiale, è senz’altro Facebook che, a livello web e a livello informatico, si è subito dimostrato travolgente ed innovativo, con la sua capacità di rispondere alle esigenze di divertimento e comunicazione degli utenti.
► Nuovi guai per i giganti della tecnologia
L’anno scorso, in un modo un po’ rocambolesco, l’azienda di Zuckerberg ha fatto il suo decisivo salto in borsa e a quel punto e il titolo non è mai decollato fino in fondo, anzi, è stato contraddistinto da perdite a ripetizione che hanno portato Zuckerberg fuori dalla top ten degli uomini più ricchi del mondo.
► Gli utili di Facebook in crescita ma il titolo affonda
Adesso il titolo galleggia a Wall Street e le sue oscillazioni, su livelli molto bassi, sembrano assolutamente nella norma, a patto che poi non ci si metta l’informazione a rompere le uova nel paniere dell’azienda di Menlo Park. Infatti, in questo momento, è partito un nuovo attacco all’originalità del social network.
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Com’era già successo in passato con Cameron e Tyler Winklevoss, adesso Facebook deve rispondere ad un’altra accusa di plagio elaborata dalla Rembrandts Media, un’azienda di origini olandesi. Sembra che Zuckerberg abbia rubato ad un programmatore morto nel 2004, l’idea del “like” e anche la struttura e le funzionalità della Timeline.
Se poi si pensa che il programmatore in questione, alla fine degli anni Novanta, si era aggiudicato il dominio surfbook.com, allora il gioco è fatto. Queste notizie, dal momento in cui in giudici scioglieranno il riserbo pronunciandosi pro o contro Facebook, potrebbero influenzare negativamente il titolo.