La notizia buona è che Prada sta velocizzando i tempi, come si evince dai dati relativi al secondo trimestre dell’anno fiscale (chiuso a fine luglio 2015). La cattiva notizia è che buona parte degli indicatori di redditività del semestre, fatturato a parte, è in calo in confronto ad un anno fa.
La notizia ancora sospesa è come evolverà il quadro complessivo, dal momento che gli effetti del momento peggiore della crisi cinese, in agosto, non è ovviamente ancora archiviato nei dati attuali e la stessa compagnia, nel commentare i risultati, è stata molto prudente sui possibili effetti sulle vendite nell’area.
Dunque, visibilità limitata sul quadro macroeconomico, ma nel lungo periodo il gruppo resta positivo. “Il mercato dei beni di lusso sta attraversando una fase di significativo cambiamento – ha detto il numero uno del gruppo, Patrizio Bertelli – il nostro impegno resta concentrato sulle dinamiche operative e sullo spirito di innovazione in modo da aumentare costantemente il livello di eccellenza dei nostri prodotti. In termini operativi, continueremo la nostra accurata revisione dei processi aziendali, per renderli più efficienti”.
La principale spina nel fianco di Prada resta la Cina. Il gruppo ha chiuso il primo semestre dell’anno con un rialzo del fatturato pari al 4,2% a cambi correnti (-6% a cambi costanti) per un totale di 1.824,4 milioni di euro, rispetto ad un anno fa. I segnali incoraggianti vengono soprattutto dalla seconda parte del semestre: ad esempio l’Ebitda ha raggiunto il 27,8% del
fatturato, in netto miglioramento rispetto al 19,6% fatto segnare nel primo trimestre, ma in valore assoluto è sceso del 10,7% nel primo semestre 2015 rispetto al 2014. L’ultima riga di bilancio, infine, ha fatto segnare un risultato netto semestrale pari a 188,6 milioni di euro, di cui 129,9 realizzati nel secondo trimestre dell’anno. L’utile netto ha battuto le stime degli analisti, ma è in calo del 23% rispetto ad un anno fa.