Il premier inglese David Cameron detta le sue «condizioni» per restare in Europa. La pretesa è anzitutto una riforma delle leggi sull’immigrazione, meno burocrazia e maggiore indipendenza della giustizia da Bruxelles, questi alcuni dei sette punti che vuole negoziare con l’Europa nel cosiddetto «rimpatrio» dei poteri per evitare l’uscita del Paese dall’Unione. In un intervento sul Sunday Telegraph, Cameron spiega che se Bruxelles accetterà questi termini, il premier si impegnerà nella campagna per la permanenza del Regno nell’Ue in vista del referendum promesso per il 2017. «Se sarò primo ministro dopo le elezioni (del 2015,) negozierò un nuovo accordo per la Gran Bretagna in Europa: volete restare nell’Ue su questa base o uscirne? Terrò questo referendum prima della fine del 2017 e rispetterò la decisione».
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Cameron chiede nuovi controlli per fermare le «vaste migrazioni» all’interno del continente quando nuovi Paesi aderiscono nell’Ue. Lo aveva già affermato dopo l’apertura totale dei confini a bulgari e romeni all’inizio dell’anno. Proposta che aveva incontrato l’opposizione delle autorità europee. Nel secondo punto Cameron chiede regole più forti per evitare il cosiddetto «turismo dei benefit» degli immigrati che arrivano nel Regno Unito.
Chiede poteri per gruppi di parlamenti nazionali che vogliono bloccare una indesiderata azione legislativa europea, meno burocrazia, una giustizia britannica più libera dalle «interferenze» della Corte europea dei diritti umani, oltre alla riduzione del potere centralizzato di Bruxelles. Cameron conferma di vedere come fumo negli occhi anche il concetto di «Stati Uniti d’Europa». Dichiarazioni già fatte a più riprese fatte dal premier che deve tornare a parlare di questi argomenti mentre si avvicinano le elezioni europee di maggio e anche le politiche del 2015.