È arrivata l’austerity anche per la Pubblica Amministrazione che dovrà rimettere mano all’organico e tagliare 7.800 lavoratori in eccedenza.
In queste ora è stata emessa la circolare 3/2013 che fissa i criteri per la cessazione dei dipendenti eccedenti. Le possibilità per le Pubbliche Amministrazioni coinvolte sono due: la mobilità o il prepensionamento.
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Pre pensionamento forzoso
Chi, tra i 7.800 fra i lavoratori esuberati delle PA avrà raggiunto entro la fine del 2013 i requisiti per andare in pensione con le regole vigenti prima della riforma Fornero sarà collocato in prepensionamento, ma la PA dovrà dare preavviso di sei mesi.
Mobilità ‘dura’
I lavoratori che la Pubblica Amministrazione dovrà mettere fuori organico che non possono accedere alla pensione saranno inseriti in progetti di mobilità che mirano al ricollocamento della risorsa in un’altra amministrazione.
Per loro stipendio si potrà abbassare dal 50 all’80% e, se non avviene il ricollocamento entro due anni, il lavoratore è licenziato.
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Da dove arrivano i lavoratori in esubero
La maggior parte dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni che dovranno essere messi fuori organico con i tagli previsti dalla spending review proviene dall’Inps, che ha avuto una immissione di lavoratori piuttosto sostanziosa dopo l’accorpamento con l’Inpdap e l’Enpals, per un totale di 3.314 lavoratori.
Seguono i ministeri (3.236 esuberi), gli enti pubblici non economici e gli negli enti di ricerca.