Se la pressione fiscale aumenta, è normale che il reddito disponibile delle famiglie diminuisca. Nel corso del tempo con l’aumento delle tasse e dei prezzi, le famiglie si sono ritrovate ad avere teoricamente sempre gli stessi soldi in tasca ma un potere d’acquisto decisamente minore.
L’ISTAT alla fine di aprile ha proposto un rapporto sull’andamento della pressione fiscale nel 2014 dimostrando che nel quarto trimestre del 2014 è stato pari al 50,3% ed è stato valutato in aumento di 0,1% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Una pressione fiscale che se considerata spalmata sull’intero anno, risulta in crescita dello 0,1% attestandosi al 43,5%.
Il reddito disponibile delle famiglie è cresciuto dello 0,2% perché le entrate dei cittadini al netto del prelievo fiscale sono diminuite, è vero, nell’ultimo trimestre del 2014 dello 0,4% rispetto al trimestre precedente ma sono aumentate dello 0,8% rispetto allo stesso periodo del 2013.
> Il reddito disponibile delle famiglie italiane comincia a risalire
Nello stesso trimestre, però, è questo quel che conta, il potere d’acquisto dei consumatori è calato dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti. ed è aumentato dello 0,8% rispetto al quarto trimestre del 2013. Molto, del tenore di vita degli italiani, si lega alla loro naturale propensione al risparmio che è stata pari all’8,6%, con una diminuzione di 0,3 punti percentuali rispetto al 2013. Questo vuol dire che il risparmio è valutato come essenziale anche se la crescita dei costi e gli strascichi della crisi stanno erodendo i capitali.
Secondo una ricerca dell’Ocse in 10 anni – dal 2003 al 2013 – il reddito medio in Italia è aumentato del 28,5%, passando da 23.113 euro a 29.704 euro, però se nel 2003 nelle tasche dei lavoratori restavano 16.618 euro nel 2003, nel 2013 si è arrivati a 20.487 euro per via di un aumento della tassazione dal 28% del reddito al 31%.