Prima parte di 2014 decisamente altalenante per il prezzo dell’Argento. In rosso del 36% nel corso del 2013, quello che è stato defi nito l’oro dei poveri nei primi due mesi dell’anno ha capitalizzato, spingendosi a livelli che non si vedevano da fi ne ottobre, il ribilanciamento degli indici settoriali innescato proprio dal sell-off registrato l’anno scorso. Da allora le quotazioni dell’Argento hanno pagato pegno al processo di progressiva normalizzazione della politica monetaria statunitense (la chairwoman Janet Yellen ha annunciato che entro fine anno dovrebbe terminare il quantitative easing e il costo del denaro potrebbe tornare a crescere tra poco più di un anno) e alle indicazioni negative arrivate dalla Cina spiega Rbs bank. Il sentiment degli operatori è ben sintetizzato dai dati relativi i contratti su future e opzioni diffusi dalla Commodity Futures Trading Commission che nelle ultime due settimane hanno evidenziato un contemporaneo incremento delle posizioni ribassiste e un calo dei contratti “long”.
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A partire dal 2010 Pechino è passata da esportatrice netta a vorace acquirente di Argento (secondo gli analisti, “l’Asia sta accumulando oro e consumando Argento”). Circa un terzo della domanda cinese è destinata all’industria dei gioielli e a quella numismatica, mentre la restante parte è appannaggio del comparto industriale dove questo metallo è utilizzato nell’industria elettronica (cellulari, televisori, pc) e per la produzione di celle fotovoltaiche.
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Secondo la società di consulenza Thomson Reuters Gfms nel 2014 la domanda industriale, grazie al miglioramento del contesto macro globale, farà segnare un nuovo record salendo al 57% del totale (10% nel caso dell’oro). Indicazioni rialziste anche dalla domanda da investimento