I nuovi segnali incoraggianti sulla salute della più grande economia del mondo, ha portato la Federal Reserve (Fed) alla fine di aprile ad annunciare la quarta riduzione consecutiva mensile di 10 miliardi dollari degli acquisti di asset previsti dal quantitative easing.
E’ questo che ritiene uno tra i maggiori esperti sui Metalli Preziosi Carlo Vallotto, che spiega: “Anche se il platino generalmente segue la tendenza dell’oro ( entrambi si sono mossi nella stessa direzione per sedici giorni consecutivi su venti di contrattazione), il primo è riuscito a sovraperformare in modo significativo il metallo giallo (e quindi a disaccoppiarsi dal dollaro statunitense), grazie soprattutto alle problematiche riscontrabili in ambito produttivo, legate alla mancanza di estrazione causata dal lungo sciopero indetto dai minatori del Sud Africa per ottenere migliori condizioni sia dal punto di vista della sicurezza, sia sotto il profilo salariale.
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Allo stato attuale, sembra che si sia trovato un accordo tra le parti in causa, cioè tra le Società minerarie e la maggior parte degli operai, rappresentati dai sindacati del settore. Tuttavia, una ripresa piena delle attività estrattive, richiederà un periodo di tempo non breve e questo potrebbe avere ancora un’influenza positiva sul prezzo del contratto future di ottobre, che al momento si trova a ridosso di $1.482/oz, un livello dove transita un’importante resistenza. Un eventuale breakout, spingerebbe le quotazioni verso i target individuati a $1.496 e poi a $1.521. Al ribasso, conclude Carlo Vallotto di Metalli-preziosi.it, manteniamo sotto controllo il supporto in area $1.400, soglia di supporto non solo tecnico ma anche psicologico, poichè come sappiamo il mercato ama i “numeri rotondi”.