Una nuova ricerca del Clalit Research Institute ha scoperto che un booster può fare la differenza tra la vita e la morte, in relazione alla somministrazione della terza dose del vaccino Covid. Argomento delicato che va analizzato con grande attenzione in queste ore. La nuova analisi, pubblicata su The Lancet, rileva che una terza dose può ridurre il rischio di morte COVID dell’81%, ridurre i tassi di ospedalizzazione del 93% e ridurre il rischio di COVID grave del 92%.
Doppio vaccino contro triplo vaccino? Prime sentenze sulla terza dose
Queste percentuali sono calcolate rispetto agli individui con doppia vaccinazione, la cui protezione vaccinale sembra degradare dopo cinque mesi. L’effetto di una terza dose è simile per sesso, età e persino individui con comorbidità come il diabete o l’obesità.
Il professor Ben Reis, direttore del Predictive Medicine Group presso il Boston Children’s Hospital Computational Health Informatics Program e la Harvard Medical School, ha dichiarato: “Finora, uno dei principali fattori di esitazione vaccinale è stata la mancanza di informazioni sull’efficacia del vaccino. Questo attento studio epidemiologico fornisce informazioni affidabili sull’efficacia del vaccino della terza dose, che speriamo possa essere utile a coloro che non hanno ancora deciso per la vaccinazione con una terza dose”.
Il team del Clalit Institute, in Israele, ha utilizzato i dati di 728.321 individui di età pari o superiore a 12 anni che hanno assunto la terza dose di vaccino Pfizer. Hanno raccolto dati dal 30 luglio 2021 al 23 settembre 2021.
“Ricerca medica efficiente” cruciale durante la pandemia, afferma lo scienziato. Il professor Miguel Hernán, direttore del CAUSALab e professore presso la Harvard TH Chan School of Public Health, ha dichiarato: “Questa analisi del database di alta qualità di Clalit emula il design dello studio originale, utilizza i suoi risultati come punto di riferimento e li amplia per confermare l’efficacia del vaccino negli adolescenti. Questa combinazione di prove provenienti da studi randomizzati e studi osservazionali è un modello per una ricerca medica efficiente, qualcosa che è particolarmente importante in tempi di COVID”.
La ricchezza dei dati a cui ha accesso il Clalit Institute mette in evidenza quanto bene possano funzionare i vaccini, anche di fronte alla variante Delta – per la quale i produttori di vaccini non stavano progettando i loro prodotti, quando li hanno lanciati per la prima volta.
Al momento di questa raccolta di dati, anche Israele stava attraversando una significativa quarta ondata di infezione da COVID dominata dalla variante Delta. L’OMS ha avvertito all’inizio di quest’anno che la variante Delta sarebbe diventata il ceppo chiave, a livello globale. Vedremo quanto questi studi spingeranno la somministrazione della terza dose.