Il varo di nuovi indici, generalmente, è un’anticipazione del lancio di nuovi strumenti finanziari (future, option, Etp, certificates) che li utilizzano come sottostante.
Anche nel caso degli indici Srvx e Vxtyn, che vanno ad accrescere la gamma degli indicatori di volatilità c’è dunque da attendersi nuovi prodotti derivati che consentano agli investitori di prendere posizione sugli sviluppi attesi, in termini di volatilità, nel mercato del reddito fisso.
Prodotti che sulla scia delle vicissitudini dei titoli sovrani e le conseguenti tensioni sui tassi di interesse rappresentano uno strumento di diversificazione del portafoglio, nonché di copertura del rischio per strategie di investimento sui titoli obbligazionari.
Anche se, attualmente, non esistono prodotti derivati basati su indici di volatilità sul fixed income, il Cboe (Chicago Board Options Exchange), uno dei più grandi mercati dei derivati al mondo, ha annunciato di voler sviluppare future e opzioni sul Vxtyn.
Essi saranno quotati entro la fine di quest’anno o l’inizio del prossimo. Nel contempo è facile prevedere che nel prossimo futuro vengano lanciati anche Etp e certificates con sottostante gli indici Vxtyn e Srvx arricchendo la già ampia gamma di mezzi finanziari a replica passata esistenti.
A fne 2013, un tutto il mondo c’erano 34 Etf con l’indice Vix sottostante, che gestivano quasi 3,4 miliardi di dollari. Nello specifico, il numero dei partecipanti al mercato è cresciuto di gran lunga dal 2009, quando è stato quotato l’iPath S&P 500 Vix Short-Term Futures Etn.
Il patrimonio, la liquidità e il flusso di ordini conseguenti sui prodotti con sottostanti il Vix hanno attratto molti operatori tipicamente non associati al trading sulla volatilità.