Nelle prime pagine dell’agenda del Premier incaricato Matteo Renzi ci sono le riforme. Il nuovo governo, come ha annunciato lo stesso Renzi, dovrebbe partire con una riforma al mese in media. Questo il ritmo prestabilito. Si parte dalla legge elettorale e dalle riforme costituzionali che saranno pronte entro febbraio. A marzo toccherà al lavoro, ad aprile alla Pubblica amministrazione. I primi cento giorni saranno chiusi a marzo con il fisco.
Si procede a passi serrati al fine di affrontare le emergenze del Paese e segnare la svolta che tutti gli italiani attendono da tanto.
Sul lavoro, dovendo fare i conti con un tasso di disoccupazione che ha superato il 12% e per i giovani ha raggiunto il picco del 41,6%, tra i più alti in Europa, l’obiettivo primario è quello di agevolare le assunzioni a tempo indeterminato. Lo ha detto a chiare lettere Filippo Taddei, responsabile economico del Pd.
Con un doppio intervento: sul lato fiscale bisognerà aggredire il nodo del costo del lavoro tramite la riduzione del cuneo fiscale finanziata da tagli alla spesa corrente e dalla rimodulazione del carico fiscale, per rendere l’intervento certo e duraturo.
Per le imprese e i professionisti, invece, si punterà a un taglio dell’Irap. Oggi esso grava sul costo di lavoro. Si taglieranno anche gli interessi passivi, per chi è in perdita e sul valore della produzione. Nel contempo, per i lavoratori si guarda alle detrazioni o alle aliquote Irpef. A fare la differenza saranno le risorse disponibili. L’esecutivo – Renzi vuole osservarle, aumentarle, renderle una vera e propria certezza per (ri-)costruire il futuro del Paese.