Le assicurazioni sono sempre più care e questo dipende non solo dal fatto che i sinistri aumentano e che per il principio di ripartizione dei risarcimenti penalizza i territori dove ci sono pochi incidenti ma anche ad un gioco considerato scorretto e fatto dalle assicurazioni: il famoso cartello.
► La polizza moto e ciclomotori di Dialogo
Se le assicurazioni fanno cartello, quindi si uniscono per fare una proposta omologa, infatti, riescono a tenere i prezzi delle polizze alti al punto che i clienti non hanno scelta e devono sopportare un incremento del premio. Questo accadeva in modo indiscriminato fino a quando una recente sentenza della Corte di Cassazione, la numero 5327/12 depositata il 4 marzo del 2013, ha spiegato che è una pratica illecita.
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I diritti del consumatore tornano in prima pagina dopo due anni per tutelare la parte debole nei contratti assicurativi, quindi il cliente. La Corte di Cassazione legifera sulla cosiddetta “illecita intesa restrittiva della concorrenza posta in essere dal professionista”.
Tutto parte da un caso pratico, quello di un automobilista napoletano che si è rivolto all’autorità garante per dirimere una questione relativa alle polizze 1998/99. Appena un anno dopo, nel 2000 ci aveva pensato l’Antitrust a mettere in riga molte assicurazioni. La Cassazione, ha ripreso una sentenza sfavorevole all’automobilista e l’ha completamente ribaltata spiegando che il primo pronunciamento aveva trascurato il fatto che le assicurazioni sono “privilegiate”.