Enel conferma la propria politica di dividendi, senza cambiare visione e senso alle dinamiche. Da parte dei vertici dell’azienda arriva un messaggio forte e chiaro: nessuna innovazione, nessuna idea rivoluzionaria per il futuro prossimo.
Rimane, dunque, inalterato quanto dichiarato a marzo scorso. La politica di dividendi del gruppo contempla un payout al 40% per tutto il prossimo anno. Poteva diventare un payout del 50% una volta superata la morsa del credit crunch, ma così non sarà.
L’A.d. di Enel, Francesco Starace, si è espresso a tutto campo nel corso di un’audizione informale presso la Commissione industria del Senato, escludendo di fatto la possibilità di riconvertire le centrali Enel di Bari, Livorno e Genova. Per Starace è difficile pensalre come dei siti produttivi. Le tre centrali termoelettriche sono all’interno di enormi agglomerati urbani e dunque non possono essere riconvertite dal punto di vista tecnologico.
Successivamente, durante l’audizione, Starace ha parlato dell’accordo con Bank of China reputandolo un accordo puramente finanziario che concerne strumenti aventi tassi di interesse molto competitivi e nient’altro. Per l’amministratore delegato è necessario espandersi in nuovi mercati e l’intesa con la banca centrale cinese consentirà di avere risorse a condizioni migliori rispetto agli standard.
E su Endesa? Starace ha dichiarato che la vendita non implicherà ritardi su altri asset:
La cessione di Endesa non ritarda Slovacchia e Romania si tratta di due team separati che continuano a lavorare. Sono arrivate offerte sulla Romania e a breve arriveranno per la Slovacchia. Poi valutiamo sulla base delle offerte se è opportuno andare avanti oppure no. Per quanto riguarda la Romania ha senso procedere con la cessione.