E’ stata ribattezzata come la “giornata della collera“. Coloro che l’hanno soprannominata così ammettono: “Ci arrabbiamo poiché le abbiamo già provate tutte, ma senza risultato”.
Chi è dentro questa situazione sa che sono ormai quattro anni che il settore è in apnea. Malgrado ciò la crisi rimane nerissima. Così, coloro che sono in protesta, anzi in collera, dichiarano: “Arrivati a questo punto lasciateci almeno urlare tutta la nostra rabbia”.
Stiamo parlando dei lavoratori del comparto edilizia di Milano.
Non sono soltanto manovali: tra di loro in protesta ci sono anche architetti, impiegati, agenti immobiliari.
Contiamo in tutto ben 20 associazioni di categoria che si sono unite oggi per protestare con un’unica voce: da Assimpredil ad Assolombarda, arrivando fino alle associazioni degli artigiani e ancora al Collegio dei geometri e all’Unione dei costruttori di serramenti.
In centinaia hanno protestato in questa fredda mattina milanese di mercoledì davanti al palazzo di piazza Affari. E hanno depositato a terra novemila caschetti gialli, di quelli che indossano i lavoratori dei cantieri. Un gesto del tutto simbolico. Lo hanno fatto come se fosse un flash-mob o una di quelle azioni di marketing finalizzate ad attirare l’attenzione del territorio su una crisi devastante, che sembra non finire più.
In cinque anni le associazioni del settore contano che all’interno della filiera delle costruzioni si sono persi ben 550 mila posti in Italia, di cui almeno un decimo (quindi 55 mila) in Lombardia.