Alla Commissione Finanze della Camera si sta discutendo per dare un nuovo volto ad Equitalia, la società che, fino ad ora, è stata utilizzata dallo Stato e dalle amministrazioni locali per la riscossione dei debiti insoluti dei cittadini italiani.
► Le conseguenze dell’uscita di Equitalia dai Comuni
Tutte le forze politiche coinvolte si sono trovate d’accordo sulla necessità di cambiarne le regole, in primis per cercare di ridurre i costi, tanto per lo Stato quanto per i cittadini. Equitalia dovrà cambiare.
Per prima cosa, se le proposte saranno tutte accolte, la società di riscossione non potrà più esigere ipoteche ed espropriazioni sulla prima casa quando questa è l’unico patrimonio che possiede il contribuente. Poi la possibilità di una rateizzazione dei pagamenti più a lungo termine e la sospensione, nei casi di reale difficoltà accertata, di sospensione del pagamento per sei mesi.
Si potrebbe dire addio anche al solve et repete, ossia all’obbligo del cittadino di pagare quanto chiesto e poi di vederselo restituire in caso di vittoria del ricorso.
► Equitalia punta su sensibilità e dialogo
Altri cambiamenti potrebbero riguardare il massimale di pignorabilità dei beni – non più di un quinto – per gli imprenditori.
Nella risoluzione presentata oggi, inoltre, si parla anche della possibilità di revisione del compenso che la società di riscossione prende per il suo operato – al momento dell’8% – e degli interessi di mora applicati, attualmente al 5,2%.