La riforma catastale è in atto e ci sono dei Comuni che saranno maggiormente penalizzati rispetto ad altri con un aumento consistente e dannoso delle tasse sugli immobili.
Intanto bisogna dire che la riforma catastale comporta la revisione degli estimi di 63 milioni di immobili, sia case, sia capannoni e ufficiò. Molti contribuenti che sono proprietari di immobili, vedranno crescere in modo esponenziale le tasse da pagare: Imu, Imposta di Registro, Tasi e Irpef.
> Perché è urgente la riforma del catasto
Ci saranno differenze tra i Comuni e differenze tra le Regione. Vuol dire che il proprietario di un immobile pagherà tasse diverse in base alla localizzazione dell’immobile stesso. Quindi una casa, un ufficio o un capannone che abbiano lo stesso valore fiscale potrebbero comportare il pagamento di tasse diverse per motivi di ordine geografico. Sono gli effetti del federalismo, anche se la riforma non intende creare delle disparità.
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Nella pratica le differenze ci saranno e dureranno anche per circa 5 anni, il periodo che dureranno i valori degli immobili riassegnati dall’Agenzia delle Entrate. L’erario spega che le maggiori differenze a livello regionale ci saranno in Trentino, Campania e Toscana. A seguire nelle Marche e in Sardegna. Per allinearsi ai valori delle aree meno avvantaggiate queste Regioni dovranno far crescere le loro tasse. Nelle diverse regioni ci saranno differenze anche tra i Comuni e nel singolo Comune tra un quartiere e l’altro, per esempio tra centro e periferia.
La riforma così concepita non si traduce in una maggiore equità fiscale perché i Comuni saranno ad esempio portati a mantenere inalterato il prelievo fiscale che, tra l’altro, è cresciuto molto. Alla diminuzione degli estimi, quindi ci sarà una compensazione delle aliquote fiscali. La perequazione non è contemplata.