Dopo aver preso in considerazione i tradizionali conti correnti, molto spesso a rendimento zero, la maggior parte degli italiani negli ultimi anni hanno optato per i conti di deposito online: strumenti a costo nullo (o quasi) dove si può collocare il denaro per un periodo in cambio di un tasso, se non alto per lo meno sopra lo zero. Negli ultimi 12 mesi, però, questi «depositi digitali» hanno visto la loro particolare remunerazione diminuire pian piano.
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Oggi in linea di massima questi conti, che sono ormai tanti e offrono diversi accostamenti con altri strumenti finanziari, rendono circa il 2% al netto della tassazione (20% sugli interessi più la «patrimonialina» del 2 per mille). Non è molto, ma è in ogni caso sempre più di quanto dato dai Bot, al di là di essere indiscutibilmente sopra il costo della vita (0,7%). L’opzione dei depositi online fa al caso di chi non vuole investire nel lungo periodo.
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La questione principale che rende questi prodotti particolarmente appetibili alla clientela retail, è che fino a quando l’inflazione resterà così bassa e i Bot così improduttivi, l’alternativa dei depositi online a questi tassi rimane efficace. Dal momento che danno un rendimento che, in cambio di un deposito di breve periodo, consente di contenere il rischio e schiacciare l’erosione dell’inflazione. Ovviamente i tassi offerti dalle varie banche non sono tutti uguali: chi vuole rendimenti più alti deve stare attento che, parallelamente, non salga anche il rischio.