Quando si richiede ad un istituto di credito la concessione di un finanziamento ipotecario per l’acquisto di un immobile, la banca è autorizzata ad iscrivere una ipoteca sull’abitazione che viene prescelta dal mutuatario in modo tale da poter garantire il prestito dal rischio di insolvenza. Nel caso in cui, invece, l’erogazione richiesta sia quella di una cessione del quinto, la banca può garantire il prestito concesso attraverso l’addebito diretto della rata sulla pensione o sullo stipendio del richiedente.
> Quando e come richiedere il rinnovo ante termine della cessione del quinto
Ma che cosa succede invece nel caso della richiesta di un prestito personale? Quali sono, cioè, le garanzie che una banca in genere richiedere al debitore per la concessione di un prestito?
> Social lending – Sempre più diffusi i prestiti tra privati anche in Italia
Di norma le banche e gli istituti di credito non sono autorizzati ad avvalersi di garanzie nei confronti dei richiedenti per la concessione dei prestiti personali, ma la pratica è molto diversa dalla teoria.
Il prestito personale presuppone infatti l’esposizione della banca ad un rischio e per questo motivo gli istituti di credito possono vincolare la concessione dei finanziamenti al rilascio di garanzie personali offerte da terze persone o dal debitore stesso.
Le garanzie che possono essere richieste per la concessione di un prestito personale sono quindi:
- il merito creditizio di un terzo soggetto al di là dell’intestatario del prestito
- la presenza di una terza persona che in caso di insolvenza del richiedente assuma il ruolo di “coobbligato” o di “fideiussore”
- la sottoscrizione di una polizza assicurativa a protezione del finanziamento, che garantisca il rimborso del prestito in caso di morte o perdita dell’impiego del debitore.