Ora che in questo periodo il costo del denaro è arrivato a livelli storicamente molto bassi, è opportuno valutare il contesto interessante sul quale rivolgere i propri interessi in materia di investimento.
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Operare sul costo del denaro è una delle armi che gli istituti finanziari Centrali adoperano per tentare di aiutare la ripresa economica. E questo ne è a conoscenza Mario Draghi, numero uno della Banca Centrale Europea, che ha deciso di usare un’altra volta questa soluzione per provare a vitaminizzare la malridotta crescita economica dell’Eurozona. Ora che il costo del denaro fatta dal Numero uno della Bce, è disceso con un tasso d’interesse principale dello 0,25% e il tasso sui prestiti marginali scende di mezzo punto all’075%. In leggero calo anche se resta in altalena lo spread tra i bund tedeschi e i btp. In ogni caso nell’Eurozona si respira un’aria di ottimismo.
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Intanto con un occhio rivolto agli aspetti pratici di questa mossa, le attese sono duplici: chi pensa che questa mossa influirà su mutui e finanziamenti da accordare a famiglie e imprese, chi, dall’altra parte, sostiene che tali effetti se ci saranno non si riveleranno nel breve periodo, perché, per esempio, ad gravare sui mutui, spingendo alti i loro prezzi, ci sono gli spread bancari, ancora troppo elevati.
Certamente la diminuzione del costo del denaro avrà effetti favorevoli alle emissioni a cedola fissa, con una percentuale medio alta di durate lunghe, se l’investitore ha a disposizione di una buona propensione al rischio,mentre nel caso di un basso appetito al rischio conviene posizionarsi con una quota rilevante di titoli con scadenza più breve.