In questo periodo i Comuni sono impegnati in una grande opera di ridefinizione delle rendite catastali, in vista, non solo dell’emanazione del primo decreto legge in merito, anche della futura Riforma del Catasto, che porterà anche sostanziali modifiche all’interno del sistema di tassazione degli immobili italiani.
> Continua la lotta all’evasione fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate
Una delle novità introdotte dall’ultimo decreto legge in merito, quello che ha varato la Riforma, è stata quella di concedere ai contribuenti la possibilità di dialogare con le amministrazioni e con il Fisco in materia di rendite catastali, nel caso in cui ai propri immobili fosse assegnato un valore non ritenuto consono.
> Il Fisco individua più di 500mila immobili sconosciuti al Catasto
I contribuenti avranno quindi la possibilità di opporsi alle decisioni e rivalutazioni dei Comuni, ma non sarà certo un percorso facile perché dovranno individuare con precisione le norme e le regole tecniche usate per la valutazione. Al momento, infatti, le norme che i Comuni stanno prendendo in considerazione sono tre.
Gli immobili, inoltre, possono essere soggetti anche al procedimento della rideterminazione dei valori catastali sulla base delle cosiddette micro zone, che comportano un procedimento massivo da parte delle amministrazioni e dunque spesso l’attribuzione in blocco di un certo tipo di classamento.
E’ necessario ricordare, ad ogni modo, che una volta ricevuta la notifica dell’aggiornamento della rendita catastale da parte dell’Ufficio del Territorio, i contribuenti potranno presentare ricorso, ma indipendentemente dalle norme e dalle discipline che saranno di volta in volta applicate, il ricorso deve essere presentato sempre entro 60 giorni di tempo dalla ricezione della notifica.