Sarà necessario ancora un anno, come minimo, di blocco salariale. Il ministro della Pubblica Amministrazione non lasciano dubbi: «In questo momento di crisi le risorse per sbloccare i contratti a tutti» i più di 3,3 milioni di dipendenti pubblici «non ci sono». Tra i travet coloro che guadagnano meno possono in ogni caso contare, ricorda il ministro, sugli «80 euro» di bonus Irpef.
Al momento è lampante che non ci sono le risorse per un’operazione da circa 7 miliardi di euro, ma per sapere cosa di preciso succederà alla contrattazione pubblica sarà necessario attendere la legge di Stabilità. Sarà infatti quello il momento in cui si deciderà che forma dare al nuovo blocco. La replica dei sindacati però non si è fatta aspettare. Gli statali della Cgil non adoperano mezzi termini, nel giudicare «inaccettabile» l’annuncio della Madia, dal momento che la perdita in busta paga andrebbe a 4.800 euro in media, e, più di ogni altra cosa si dicono pronti «alla mobilitazione». Sul piede di guerra anche Cisl e Uil.
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Madia, che aveva parlato del blocco come di un’ingiustizia, pone l’accento sui «dati», sulla «situazione di difficoltà economica» non ancora superata, una crisi che sta rendendo tutto più difficile. Ma ancora nessuna cosa è nero su bianco, come mette in evidenza il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, che avverte: il lavoro del governo nel mese di settembre sarà «molto importante» e «non darei nulla per definito».
Due sono le scadenze determinanti in materia, il Def (Documento di economia e finanza), il cui aggiornamento verrà presentato il primo ottobre e dopo 15 giorni la legge di Stabilità. Solo in quel momento saranno delineati i termini.