La cancellazione della prima rata dell’Imu è stata un sospiro di sollievo per molte famiglie italiane e per chiunque possiede un immobile, anche commerciale. Ma a dicembre ci si deve preparare all’arrivo della Tares, la tassa comunale sui rifiuti e sui servizi, che già al suo debutto si configura come un nuovo salasso, con aumenti fino al 29% rispetto alla vecchia Tarsu o alla Tia, le tasse precedentemente in vigore.
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In questi aumenti è compresa anche la maggiorazione di 30 centesimi a metro quadro, che porta questa ultima rata della Tares a delle cifre davvero proibitive per tutti coloro che saranno tenuti a pagarla. Secondo la CGIA di Mestre a subire di più l’effetto della maggiore incidenza della Tares rispetto alla Tarsu e alla Tia, saranno le attività produttive, che dovrebbero essere protette in quanto tessuto economico del paese, che potrebbero arrivare a pagare anche fino a 1.133 euro per un capannone dalle dimensioni di 1.200 metri quadrati.
Si tratta del 22,7% in più rispetto a quanto pagato nel 2012. Aumenti consistenti anche per le attività commerciali: il proprietario di un negozio di circa 70 metri quadrati – dimensione della maggior parte dei negozi italiani – l’aumento sarà di 98 euro (il 19,7% in più).
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I proprietari di immobili ad uso abitativo, appena sollevati dal pagamento della prima rata dell’Imu, invece, si troveranno un esborso per la Tares superiore del 29,1% rispetto al 2012, pari a 73 euro.