Quiksilver è un’azienda californiana che produce abbigliamento da surf ma in questo momento più che cavalcare l’onda ha presentato istanza di fallimento, a causa di problemi che arrivano da lontano e di cui pochi ancora parlano.
Questo è quanto riportato in un articolo del Post:
Mercoledì Quiksilver Inc., grande azienda californiana che produce abbigliamento da surf, è entrata sotto la protezione del Chapter 11 della legge fallimentare degli Stati Uniti, che equivale più o meno al concordato preventivo previsto in Italia (cioè quello strumento a disposizione dell’imprenditore in crisi o in stato di insolvenza che permette di evitare la dichiarazione di fallimento). Dallo scorso gennaio Quiksilver ha perso circa il 79 per cento del suo valore azionario, accumulando un totale di 826 milioni di dollari di debiti. La procedura di fallimento riguarda le attività dell’azienda negli Stati Uniti, ma non quelle sul mercato asiatico o europeo.
L’introduzione alla vicenda fa capire che questa crisi è stata annunciata da tempo ma per il momento da noi non se ne parla perché il mercato asiatico e quello europeo non sono interessati dal fallimento in questione. Il fallimento, secondo gli analisti non è legato ad una perdita di qualità dei prodotti ma all’incapacità dell’azienda di rispondere alle nuove esigenze del mercato popolato da tantissimi brand in grado di offrire l’attrezzatura per il surf anche a costi più contenuti.
E poi, sempre alla radice del fallimento ci sono alcune operazioni finanziarie non riuscite. Quiksilver per esempio, nel 2005 acquisì la società francese di sci Rossignol per 560 milioni di dollari rivendendola nel novembre del 2008 a un prezzo decisamente inferiore.