Dopo l’ok dato dalla VII commissione al testo di legge unificato sui Quota 96, c’è il rinvio da parte della V. Il rinvio è stato chiesto dal governo che, prima di dare un via libera definitivo, deve inevitabilmente districare il nodo finanziario. > Pensioni Quota 96: cosa sono e le implicazioni di una nuova riforma
L’On Ghizzoni ha così commentato il rinvio: “C’è un’intesa trasversale (assai rara, dati i tempi) tra i gruppi per dare soluzione a questa vicenda. Sfruttiamola per indirizzare il governo sulla giusta (e unica via) da imboccare”.
Il testo prevede l’allargamento della possibilità del pensionamento con i requisiti anteriori la riforma Fornero al personale scolastico che ha raggiunto tali requisiti entro l’anno 2011-2012. Ma è una possibilità che sarà delimitata a circa 4 mila persone. Inoltre, anche i lavoratori che nel 2011 erano in congedo straordinario o avevano fruito del disposto normativo della Legge 104 potranno andare in pensione con i requisiti pre Fornero a partire dal primo settembre 2014.
> Quota 96, atteso il parere della Commissione
Il problema, come sempre, da risolvere è, dunque, quello economico: secondo quanto previsto da Manuela Ghizzoni (Partito Democratico) e Maria Marzana (Movimento 5 Stelle), firmatarie del testo, la spesa per lo Stato dovrebbe aggirarsi intorno ai 35 milioni di euro per l’anno 2015, 107,2 milioni di euro per l’anno 2017 e 72,8 milioni di euro per l’anno 2018, da prendere dal Fondo istituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali dalla legge di stabilità 2013.
Si tratta di cifre consistenti che, prima di dire sì al testo, dovranno essere verificate anche dal ministero dell’Economia. Tutto rimandato, dunque, alla prossima settimana.