Saras avanza in netto calo a seguito dell’arrivo sul mercato del 9% del capitale ceduto da Rosneft. I titoli della società giungono a segnare un decremento in doppia cifra.
Ieri il gruppo russo ha comunicato l’intenzione di collocare attraverso un’operazione di accelerated book building circa 85,5 milioni di azioni della raffineria, pari all’8,99% del capitale. Il prezzo di vendita è stato confermato a 1,9 euro per azione. Rosneft conserverà comunque il suo restante 12% di Saras, in modo da mantenere la presenza nel cda del gruppo sardo, e in ogni caso, in base agli accordi con Ubs, responsabile del collocamento, non cederà altre azioni Saras per un periodo di 180 giorni dal completamento dell’operazione.
Quando sono passati poco più di due anni dall’ingresso nella società dei Moratti, dunque, il gigante presieduto da Igor Sechin ha deciso di far cassa. La vendita, è emerso nella serata di lunedì dal prospetto visionato da Bloomberg, fa parte di “un programma di gestione e ottimizzazione del portafoglio” da parte del gruppo russo, secondo azionista di Saras con il 21% del capitale, alle spalle dei fratelli Massimo e Gian Marco Moratti, titolare del 50,2% delle azioni.
Per Rosneft l’investimento nel gruppo di raffinazione che controlla l’impianto di Sarroch (Cagliari) in Sardegna, uno dei più grandi d’Europa, si è rivelato un buon affare: al prezzo di 1,9 euro, i titoli messi in vendita garantiscono una plusvalenza di circa 45 milioni. Rosneft aveva comprato il 21% di Saras nell’aprile del 2013 al prezzo di 1,37 euro per azione, rilevando il 13,7% direttamente dalla famiglia Moratti e il 7,3% sul mercato attraverso un’opa parziale conclusa a giugno 2013.