Dopo il no della Germania di inizio mese, i ministri delle finanze dei paesi dell’Eurozona, dopo 14 ore di consiglio, hanno raggiunto l’accordo per la vigilanza delle banche dell’Unione Europea.
Se da un lato la creazione di una super BCE rappresenta una perdita di sovranità nazionale, dall’altro è un grande passo avanti nell’integrazione dei paesi europei. A finire sotto il controllo di un unico organismo di vigilanza centrale saranno tra le 150 e le 200 banche, quelle più grandi, cioè quelle che hanno un attivo superiore ai 30 miliardi di euro, mentre per tute le altre il sistema di vigilanza sarà nazionale, ma la BCE avrà comunque pieno diritto di controllo.
Il nuovo sistema di vigilanza sarà operativo a partire dal 1 marzo del 2014, anche se non è escluso che possa esserci un rinvio nei termini. I nodi su cui si sta ancora discutendo e che potrebbero portare ad un ritardo sono la separazione tra politica monetaria e vigilanza bancaria nella Bce, e le modalità di voto nell’Autorità bancaria europea.
Questa nuova organizzazione delle banche europee dovrebbe portare alla ricapitalizzazione delle banche in crisi con l’accesso diretto ai fondi dell’Esm, il che potrebbe avvenire anche prima del marzo 2014.
I pareri degli analisti e degli esperti sul ruolo e sulle funzioni, e sulle conseguenza che questi avranno nell’equilibrio dell’Unione europea, sono discordanti, per capire bene la situazione si dovrà aspettare la pubblicazione dei due regolamenti che saranno oggetto di negoziato con il Parlamento europeo.