Hofima, azienda finanziaria di proprietà di Davide Malacalza ha fatto registrare un ritorno all’utile durante lo scorso anno.
La holding componente della famiglia genovese grande azionista di Pirelli e da poco prima socia di Carige, che custodisce tra le altre cose il 48% della Malacalza Investimenti (il veicolo con cui la famiglia partecipa la società degli pneumatici e la banca ligure) ha archiviato lo scorso esercizio al 31 dicembre con un mini profitto di quasi 456mila euro, a fronte del rosso di 1,54 milioni con cui si era chiuso l’esercizio precedente. L’utile è stato destinato integralmente a riserva straordinaria. Il valore della produzione complessivo è, invece, stato pari a 1,89 milioni, praticamente invariato rispetto all’anno prima.
A stimolare l’ultima riga di conto economico è stato il super dividendo da 7 milioni staccato dalla controllata Egida srl. Quest’ultima, che Hofima partecipa al 50-50 insieme con Luleo, la holding di Mattia Malacalza, fratello di Davide, nel 2014 ha ceduto la partecipazione di quasi il 21% di Italmatch Chemicals spa al fondo Ardian. E a rendere possibile il lauto dividendo è stata proprio la plusvalenza realizzata con la vendita della società genovese specializzata nella produzione di additivi per materie plastiche e derivati del fosforo utilizzati nei detergenti, nella quale i due fratelli Malacalza erano entrati nel 2010 insieme con il fondo Mandarin comprando le azioni dall’Investindustrial di Andrea Bonomi.
Al contrario, hanno pesato sul risultato netto del bilancio le rettifiche di valore sulle attività finanziarie, salite da 5 a 6,5 milioni, a causa delle svalutazioni di due controllate. La prima, per 2 milioni, nella società controllata al 50% Asg Superconductors, che è guidata da Enzo Giori e progetta e realizza magneti superconduttivi per la ricerca e i settori dell’energia e medicale. Asg, a sua volta, ha chiuso il 2014 con un risultato operativo positivo ma in perdita per 8,4 milioni a livello di risultato netto, come spiega il bilancio di Hofima dopo la svalutazione “prudenziale” da 10,6 milioni delle due controllate al 100% Paramed, che realizza un sistema di risonanza magnetico anticlaustrofobia, e Columbus, che produce un filo superconduttivo che sta iniziando a trovare applicazioni nei settori delle utility e medicale. Di recente, è stato ingrandito lo stabilimento genovese di Columbus, mentre si sta rinforzando la rete commerciale di Paramed, a conferma del fatto che Hofima crede profondamente negli investimenti in nuove tecnologie.
La seconda svalutazione che ha pesato sul bilancio di Hofima è quella pari a 4,5 milioni della controllata al 50% Castel sa, con sede in Lussemburgo. Quest’ultima è una holding di partecipazioni attiva in diversi settori e utilizzata dai due fratelli Malacalza, come spiega il bilancio di Hofima, “con finalità di ampliamento e diversificazione dei propri asset durevoli anche nell’ottica di una valorizzazione delle minorities (partecipazioni di minoranza, ndr) detenute”. La svalutazione della quota in Castel sa, spiega ancora il bilancio della finanziaria posseduta e guidata da Davide Malacalza, è stata “operata in dipendenza della continua riduzione di valore ascrivibile a perdite generatesi negli asset in portafoglio e alle dismissioni di parte degli stessi”.