La fine del 2014 ha fatto registrare un’impennata dell’Agenzia delle Entrate in relazione ai controlli da redditometro per il 2009.
È opportuno ribadire che questo tipo di controlli sarà sempre più frequente e sarà necessario imparare a fare i conti per bene. Soprattutto dal momento che conti correnti, redditi finanziari e risparmi possono giocare un ruolo importante sia contro, sia a favore del contribuente.
Il redditometro, tuttavia, può giocare anche un altro ruolo che non va affatto sottovalutato. Al di là dell’aspetto più propriamente fiscale, infatti, questo strumento può rappresentare un monitoraggio dei fenomeni di natura illegale. E questo riguarda sia il sommerso sia i fenomeni di corruzione.
In alcuni casi, infatti, il redditometro presenta dati che possono essere veramente fondamentali. Non risulta che al momento siano state già ponderate delle applicazioni in tal senso e un utilizzo extratributario di questi dati. Non è escluso che possa venire fuori dalle imponderabili ragioni di riservatezza.
Per quanto riguarda il risparmio, la nuova versione del redditometro, ovvero quella che si applica appunto all’anno di imposta 2009, presenta una grande novità rispetto al passato: aver messo tra le variabili importanti del calcolo del reddito attribuibile a un soggetto anche il risparmio medesimo.
Chi riceverà una lettera dovrà rendere conto delle spese certe che ha effettuato, oltre a quelle per gli elementi certi, ma dovrà anche rendere conto degli investimenti effettuati e della quota di risparmio dell’anno.
I risparmi pregressi o disinvestimenti potranno giustificare, se documentati, le spese effettuate. Prima di giungere ad una richiesta di soldi, da parte dell’amministrazione attraverso un atto formale di accertamento, è prevista una lunga fase di contraddittorio.
Si tratta di uno degli elementi votati alla trasparenza, che stanno prepotentemente entrando nel sistema.