L’irregolarità nel rapporto con i lavoratori è ancora un dato molto frequente nelle aziende e nelle imprese italiane, ma i numeri riportati dall’ultima Relazione sulla vigilanza del ministero del Lavoro pubblicata questa mattina parlano di una leggera flessione.
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Le aziende controllate Inps, Inail e ministero del lavoro nel 2012 sono state 243.847, con un tasso di irregolarità rilevata pari al 63%. Percentuale che equivale a 295.246 lavoratori irregolari (100.193 dei quali completamente in nero). Le ispezioni hanno portato a un recupero pari a 1,6 miliardi di contributi e premi evasi, dei quali, però, solo il 2% è stato realmente incassato.
Nel complesso, il numero di aziende irregolari è lievemente aumentato rispetto al 2011 (+2%), come è aumentato anche l’importo dei contributi recuperati, ma si assiste ad una live flessione del numero dei lavoratori totalmente in nero (-5% dai 105.279 scoperti nel 2011).
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Il Minstero imputa questa flessione a due fattori principali: da un lato abbiamo la contrazione occupazionale dovuta alla crisi economica in atto, dall’altro, e questa è la nota positiva
al sempre maggior incremento del ricorso all’utilizzo, soprattutto nelle regioni del Centro-Nord, delle tipologie contrattuali flessibili, quale possibile alternativa al contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato.
Nel rapporto si segnala, inoltre, che nei primi 9 mesi del 2012 sono stati attivati nel complesso 7,9 milioni di contratti ma solo 1,36 milioni per rapporti di lavoro a tempo indeterminato.