Il mercato immobiliare italiano ha avuto un crollo del 30% nell’ultimo periodo, soprattutto a causa dei canoni di locazione troppo alti derivanti da una forte tassazione sui redditi che ne derivano. Per far ripartire il settore, il Governo ha deciso di rendere la cedolare secca ancor più conveniente.
Cos’è la cedolare secca
La cedolare secca è un particolare regime fiscale per i contratti di locazione che in pratica sostituisce tutte le imposte che si applicano ai contratti di locazione (Irpef, addizionali sul reddito degli affitti, imposta di registro e imposta di bollo alla registrazione).
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Aliquota al 15% per la cedolare secca
Con il Decreto Imu (decreto legge n. 102 del 2013) il Governo ha abbassato l’aliquota di applicazione della cedolare secca sui contratti di locazione immobiliare concordati dal 19 al 15% a decorrere già dal periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2013, in pratica, per l’intero anno 2013.
Grazie a questo effetto retroattivo dell’aliquota agevolata della cedolare secca, i contribuenti possono perciò beneficiare della riduzione anche per gli acconti delle imposte relative al 2013 e per i versamenti in corso.
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I requisiti
Possono accedere all’aliquota agevolata al 15% sulla cedolare secca per contratti di locazione solo gli immobili accatastati come A1 a A11, solo in caso di contratto a canone concordato o ad equo canone, ossia i contratti di locazione il cui canone è fissato dalle associazioni territoriali degli inquilini e dai comuni.
Inoltre, l’accesso alla cedolare secca al 15% è sottoposta ad una ulteriore limitazione che riguarda la durata del contratto di locazione: si potrà accedere solo per contratti di tre anni rinnovabili per altri due.