Rientro dei capitali, approvata la legge che non è un condono

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È stata approvata a dicembre una legge per il rientro dei capitali dall’estero. Non si tratta di un condono ma di uno sconto sulle sanzioni per chi decide di riportare i soldi nel nostro paese. Ecco come funzionata questa normativa. 

La legge sul rientro dei capitali è stata approvata a dicembre ed è una normativa che ha come obiettivo quello di riportare in Italia tutti i capitali che sono stati trasferiti all’estero in modo illegale. In passato con gli stessi obiettivi erano stati elargiti dei condoni, adesso, invece il Parlamento ha soltanto proposto uno sconto sulle sanzioni ma non ci sono condoni.

La legge prevede che ci sia una collaborazione volontaria: il contribuente cioè deve prima di tutto dichiarare in maniera volontaria tutti i beni e le attività che possiede all’estero. Poi deve accettare di pagare in un’unica soluzione tutte le tasse che ha evaso su queste attività e su questi patrimoni. Infine deve accettare di pagare anche le sanzioni per questa attività illegale.

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Per compensare questa collaborazione volontaria è previsto un piccolo sconto sulle sanzioni che il contribuente deve pagare. Si potrà usare questa procedura per tutte le infrazioni e i reati finanziari che sono stati commessi prima del 30 settembre 2014 e ci sarà tempo per chiedere di collaborare volontariamente fino al settembre 2015. Siamo comunque lontani dagli scudi fiscali di berlusconiana memoria, come quelli del 2001, del 2003 o del 2009.

Nel 2009 il condono prevedeva il pagamento del 5 per cento del valore dell’attività esportata come sanatoria. Stavolta invece il contribuente dovrà pagare tutte le imposte e avrà come unico vantaggio, lo sconto sulle sanzioni. Molta dell’efficacia di questa legge dipenderà dalla capacità del Fisco di individuare i contribuenti che hanno esportato i capitali all’estero.

 

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