Era un po’ quello che ci si aspettava che succedesse: un brusco incremento del numero di partite IVA che galvanizzate dall’idea di risparmiare sui costi d’impresa, si lanciassero nell’avventura di una nuova attività E così è stato visto che a fine anno si possono contare 11.000 nuove aperture di partite IVA. I dati.
La riforma del Regime dei Minimi che conviene soltanto in alcuni casi (dicono gli esperti), ha avuto un grande effetto sui contribuenti e sui lavoratori visto che 11 mila persone si sono affrettate alla fine del 2014 ad aprire una nuova partita IVA in Regime dei Minimi. L’incremento dei contribuenti che hanno aderito al vecchio regime fiscale di vantaggio è stato del +84% rispetto agli stessi mesi del 2013.
> Regime Minimi, la partita IVA entro la fine dell’anno
L’Erario ha spiegato tutti i vantaggi del forfetario ma forse non è stato così efficace come si aspettava visto che c’è stata un’autentica fuga verso la “strada vecchia”.
> I vantaggi del regime forfetario spiegati dall’Erario
Ad ogni modo va specificato che per alcune tipologie di partite IVA il passaggio dal vecchio Regime dei Minimi al nuovo che chiameremo forfetario è automatico, così come previsto dalla Legge di Stabilità, mentre per altri contribuenti c’è la possibilità di scegliere tra i due sistemi fino alla naturale decadenza dei termini. Nella fattispecie, tutti coloro che rientravano nel sistema fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e per i lavoratori in mobilità, possono continuare ad usare il vecchio sistema fino alla naturale scadenza, vale a dire 5 anni di attività, oppure fino al compimento del 35esimo anno di età.
Le nuove partite IVA sono soprattutto legate al settore del commercio (24,5%), alle nuove attività professionali (15,9%), al settore dell’alloggio e della ristorazione (9%).