Il primo a parlare della riforma del settore assicurativo, della “rivoluzione” dell’RCA, era stato Enrico Letta ma a parte qualche annuncio e qualche promessa, poi non se n’è più parlato ed ora si torna a prendere il toro per le corna ma cosa ci aspetta? Una proposta interessante è quella di uniformare le tariffe italiane a quelle europee. Vediamo cosa c’è di nuovo.
La riforma dell’RCA interessa il Governo in carico che adesso è determinato a fare chiarezza sui motivi che determinano un dislivello importante tra le polizze RC auto italiane e quelle europee. Il disegno di legge che sembra essere nelle mani del governo, ha deciso di puntare su alcuni strumenti: in primo luogo un sistema di premi per gli automobilisti virtuosi che dovrebbero avere degli sconti dalle compagnie stesse. Il secondo strumento è la riduzione delle frodi.
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Gli automobilisti italiani, per il momento, pagano circa 213 euro in più rispetto a quelli europei ma il dislivello cresce se ci si serve di carrozzerie non convenzionate in caso di sinistro. Sul costo dell’RC auto incidete anche il fatto che l’8 per cento delle vetture in circolazione non sono assicurate e quindi gli automobilisti virtuosi sono costretti a pagare anche per gli evasori.
Nel disegno di legge ci sarebbero almeno due buone notizie per i consumatori e le imprese: prima di tutto l’obbligo per gli agenti plurimandatari di dare informazioni corrette, trasparenti e complete nei confronti del cliente su tutti i premi della compagnia proponendo confronti tra almeno due possibili polizze. In secondo luogo c’è il sistema di sconti obbligatori legati all’avanzamento della tecnologia riguarda scatola nera, tasso alcolemico e via dicendo.
Il nodo cruciale della riforma è comunque nella tutela dei risarcimenti in caso di sinistri stradali ma non è ancora stata definita la tabella unica delle menomazioni all’integrità psicofisica che dovrebbe essere usata per il calcolo del risarcimento.