La riforma della pensioni, mancano i fondi e le coperture

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 Riforma pensioni, uscita anticipata, pensione anticipata e flessibile per tutti: sono i temi che sempre più si leggono tra le pagine di giornale, poiché il tema della riforma della Pubblica Amministrazione – ed nello specifico il tema delle pensioni – è un argomento molto caldo che sta testualmente tenendo banco.

La riforma della Pubblica Amministrazione sarebbe dovuta servire per favorire l’uscita e la flessibilità, non solo per quel che è inerente alla burocrazia, ma soprattutto per il mercato del lavoro, particolarmente per dirigenti e dipendenti pubblici: ci si aspettava una maggiore apertura da parte del Governo Renzi, apertura che però, chiaramente, non c’è stata fino in fondo.

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Uno dei problemi fondamentali riguarda la mancanza di fondi e di coperture tali da permettere l’uscita anticipata, una maggiore mobilità, l’eliminazione di penalizzazioni per il pensionamento anticipato, e “quota 96”. I tecnici sembrano essere stati alquanto chiari in merito: secondo la Ragioneria di Stato ed il Mef, non ci sono le coperture per assicurare il pensionamento delle oltre 4.000 unità che sono rimaste bloccate dalla riforma Fornero.

Ma per risolvere questo nodo – che il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia ha detto risolvibile entro settembre – e per finanziare i vari correttivi, l’idea del Mef è quella di applicare un contributo di solidarietà solo sulla parte dell’assegno previdenziale maturato con il sistema retributivo. Questa scelta potrebbe interessare le pensioni che superano i 62 mila euro: ciò potrebbe permettere di trovare le basi per risolvere i problemi e gli errori, ma non è detto che ciò venga davvero attuato.

 

 

 

 

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