Le novità e le ultime comunicazioni in merito alla riforma pensioni Renzi non sembrano essere in realtà per molti versi e per tanti motivi così incoraggianti: sono davvero tanti i problemi venuti fuori sulla riforma pensioni inclusa nella riforma della Pubblica Amministrazione, in cui si nota in maniera evidente il passo indietro fatto dal Governo in merito a molti temi.
Ad essere state nuovamente penalizzate sono molte categorie di lavoratori, come ad esempio i lavoratori usuranti e precoci: uno dei passi indietro più sentiti fatti dal Governo è stato sicuramente quello degli emendamenti soppressivi comunicato la settimana scorsa da Marianna Madia, ministro della Pubblica Amministrazione, che ha ufficializzato l’abolizione dell’emendamento sulla “quota 96” che avrebbe consentito ai dipendenti delle scuole di andare in pensione dopo il blocco della riforma Fornero.
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In un primo momento era stato detto che il problema legato alla soppressione di questo emendamento fosse di natura economica: la Ragioneria di Stato era stata piuttosto chiara sul tema, tenendo a precisare che non vi fossero le coperture economiche per permettere alle 4.000 unità (anche se, secondo la Ragioneria, potrebbero essere molte di più) di andare in pensione pur avendone tutti i requisiti.
In seguito, il ministro alla Pubblica Amministrazione ha chiarito che la scelta è stata proprio del governo, che ha ammesso di volersene prendere tutta la responsabilità. Altri temi di grande interesse come uscita anticipata, opzione donna, penalizzazioni, che al momento restano immutati: si aspettano cambiamenti nella prossima legge di stabilità, che si aspetta per l’autunno, con molta probabilità nel mese di settembre.