La data in cui si verrà a conoscenza di quale manovra sarà attuata, è fissata per il 10 settembre: quando ci saranno i dati aggiornati con le entrate dei mesi fondamentali per lo Stato, giugno-luglio e quando si conoscerà il dato sul pil del terzo trimestre. Ma prima di tale data, la scadenza di fine agosto del Consiglio Europeo, è ciò nei pensieri del premier. «Cerchiamo di arrivare con atti di governo che convincano i partner che siccome i problemi sono comuni, noi come paese stiamo accelerando, ma bisogna che in Europa si muovano come sta facendo la Bce aprendo a politiche monetarie più espansive», dice un componente del governo. Che dice anche come «questa cosa delle pensioni buttata lì così ha provocato più di un problema. La gente con mille euro al mese ci ferma per strada per chiedere se pensiamo di ridurre anche le loro».
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Tutto ciò, dato che le tensioni create in questi giorni dalle supposizione su misure allo studio per trovare risorse dalle pensioni più alte, e allo stesso modo l’allarme su manovre lacrime e sangue che sicuramente non sono a favore di ciò che per il premier è l’obiettivo principale: andare a fine agosto a Bruxelles con le carte in regola su fisco, lavoro, pubblica amministrazione, giustizia, per fare fronte alle questioni sul tavolo evitando di dare l’immagine di un’Italia in difficoltà. Questo il motivo per cui sia il governo che il ministero dell’Economia non hanno apprezzato in questa fase le aperture di Poletti su un prelievo a sfavore delle pensioni più alte.