Ancora non si fa luce sulla ingarbugliata situazione che si è venuta a creare in molte amministrazioni comunali in seguito alla fuoriuscita di Equitalia, la S.p.a. addetta al recupero crediti che lavora in collaborazione con l’ Agenzia delle Entrate, dal suo ruolo di ente di riscossione dei Comuni.
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Conti alla mano, infatti, solo 2 mila enti locali si sono al momento già riorganizzati trovando un valido sostituto di Equitalia, mentre gli altri 6 mila, che rappresentano praticamente più dei 3 quarti dei Comuni italiani, non hanno ancora dato disposizioni in merito.
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L’ interruzione dell’ attività di riscossione, quindi, potrebbe produrre conseguenze estremamente negative per le case delle amministrazioni locali, che si troverebbero d’ improvviso sprovviste del necessario gettito delle multe e degli altri tributi, ma potrebbe al tempo stesso anche produrre conseguenze nefaste per i contribuenti, che lasciato il vecchio per il nuovo, non sanno ancora a cosa andranno incontro.
Le società di riscossione privata, infatti, possono, a differenza di Equitalia, imporre degli aggi superiori a quelli validi in precedenza, con medie che sfiorano il 20% e con punte che arrivano anche al 30%. Senza contare, ovviamente, già il peso degli interessi di mora e delle eventuali sanzioni.